Padronanza linguistica e grammatica. Perché e che cosa insegnare.

Academia Universa Press

Marzo 2019

Volume unico – pagine 338

Testo per l’aggiornamento degli insegnanti

ISBN 9788864440507 (NB: è quello della precedente versione del 2011: controllare sempre titolo e copertina che sono diversi dall’edizione del 2011)

On line è acquistabile sul sito Hoepli; presto sarà presente su siti di e-commerce come Amazon, Ibs e altri.

Il libro ha come interlocutori privilegiati i prof. di qualunque grado scolastico che lo possono usare come vademecum teorico-pratico per costruire il curricolo e preparare di volta in volta i singoli argomenti grammaticali.

Il libro infatti presenta i presupposti della grammatica “della frase” (il “perché”), e descrive dal nuovo punto di vista gli argomenti grammaticali che si studiano a scuola (il “che cosa”). La prima parte è stata riscritta e aggiornata per tenere conto degli studi più recenti. Nella parte relativa ai contenuti grammaticali gli aggiornamenti riguardano la frase e l’analisi logica, e provengono dalla riflessione nata scrivendo il nuovo manuale delle superiori (Grammatica e pratica dell’italiano, 2018).

Il nuovo titolo, Padronanza linguistica e grammatica, si riferisce a una domanda implicita cui il libro vuole rispondere: è possibile che l’insegnamento della grammatica contribuisca alla padronanza attiva della lingua? A questa domanda molte persone danno risposta negativa: la grammatica è e resta un sapere “metacognitivo” che non incide più di tanto sulla pratica. Per me invece la risposta è sì, a patto che si abbia il coraggio di superare la grammatica intesa come sola classificazione e di osservare invece il funzionamento dinamico della lingua, a partire dalla frase e dalle sue leggi sintattiche e semantiche, fino al controllo anche delle categorie formali (e in questo senso parlerei di metacognizione) richieste dall’oggetto.

Il tono è discorsivo e accosta conoscenze ed esperienze, per venire incontro alle esigenze di formazione degli insegnanti, ma anche al loro bisogno di suggerimenti concreti. Deliberatamente parlo in modo “piano” di cose che ho elaborato per anni proprio per renderle semplici, e che cerco perciò di proporre senza troppi tecnicismi.

Nel libro cito due interviste che erano ormai introvabili, che risalgono a quasi 10 anni fa (quando non c’era youtube né si sapeva come registrare dal vivo… v. ora l’intervista al prof. Serianni), e che avevo messo come file di testo sul vecchio sito – ora oscurato – dell’IRRE Lombardia: quella a Adriano Colombo, quando uscì la mirabile traduzione che lui aveva fatto della grammatica di Christopher Schwarze (Schwarze Ch., Grammatica della lingua italiana, traduzione italiana a cura di A. Colombo, Carocci 2009, con la collaborazione di Emilio Manzotti) – leggila qui -, e quella a Michele Prandi, a qualche anno dall’uscita della prima edizione della sua grammatica poi riedita con la collaborazione di Cristiana De Santis (Prandi M., Le regole e le scelte, UTET 2006) – leggila qui -.

Erano gli anni in cui ero alla ricerca di autori a cui appoggiare le mie intuizioni, quando lavoravo all’Istituto di ricerca educativa della Lombardia e preparavo i primi corsi di formazione dal titolo “Insegnare ancora la grammatica?”. Un manuale come Le regole e le scelte mi dava la certezza che la strada della revisione della grammatica era giusta, e questo in un testo universitario in cui la scienza si coniugava con uno stile avvincente … Più sorprendente il testo di Schwarze, che si serviva di categorie interpretative per me nuove e apriva prospettive inedite di studio (penso a una categoria come la modalità): la grammatica italiana scritta da uno studioso di lingua tedesca in molti punti rivoluzionava l’approccio a cui siamo stati abituati a scuola. In Padronanza linguistica e grammatica è tuttora uno dei testi più citati, insieme alle grammatiche di M. Prandi e di A. Ferrari e ai molti scritti di M.G. Lo Duca.